Relazione della Presidente dell’Associazione

Ida Bettoni

Buon giorno a tutti e grazie per essere intervenuti all’Assemblea Soci della nostra Associazione. Se qualcuno non mi conosce sono Ida Bettoni, presidente dei “Figli della Miniera”.

Prima di presentare un breve riassunto di quanto da noi fatto in questi anni, vi invito cortesemente ad alzarvi in piedi nel ricordo di coloro che, come dicono gli alpini, “Sono andati avanti”. Ricordiamo in particolare modo: Angelo Iacchini, nostro mentore e Presidente Onorario. Alessandro Zanni, ricercatore storico e coautore del libro “L’oro del Monte Rosa”. Gianni Piana, il nostro fuochino. Andrea Costa Pisani, grande amico e divulgatore dell’Associazione Armando Gavin, uno degli ultimi ad essere stato minatore a Pestarena recentemente scomparso.

Con loro un pensiero va anche a tutti coloro che nelle diverse miniere d’oro della Valle Anzasca hanno lavorato. Grazie.

Era il 2009 quando Vincenzo Nanni ha proposto la creazione di quella che è poi diventata la nostra associazione. Allora bisognava organizzare il ricordo dei 50 anni di chiusura delle Miniere d’oro di Pestarena e da lì tutto è partito.

Soci fondatori furono: Vincenzo Nanni – Ida Bettoni – Marco Sonzogni – Fausto Caffoni – Danilo Rolandi – Guglielmo Nanni – Dario Caffoni e Walter Bettoni. A loro si sono poi uniti Italo Minolfi e Gianluca Leidi. Abbiamo coinvolto nel nostro progetto centinaia di persone e da molte altre siamo stati contattati. Si è creata una straordinaria forza di coinvolgimento che ci ha portato lontano e fatto incontrare minatori, figli, nipoti e pronipoti di minatori che hanno lavorato nelle miniere d’oro anzaschine. Associazioni similari alla nostra. Gente di Miniera. Studiosi. Realtà da noi non conosciute ma con cui abbiamo ora stabilito buoni rapporti di collaborazione.

Reggere un’Associazione come la nostra è molto impegnativo. Siamo in pochi a tenere le fila di un’Associazione viva che guarda alla storia delle nostre miniere d’oro, ma cerca anche di proiettarsi verso un futuro che è ancora tutto da scrivere. Ciò premesso significa che le porte dell’Asso-ciazione sono aperte per tutti coloro che desiderano collaborare e portare il proprio sapere, la propria volontà a disposizione dei “Figli della Miniera”.

Cerco ora di sintetizzare le parti più salienti dei nostri lavori.

Nel cinquantesimo anniversario della tragedia mineraria costata la vita a quattro lavoratori, sono convenute a Pestarena le rappresentanze della comunità sarda con il Coro de Tzaramonte e i Circoli Sardi di Domodossola e Biella. Dopo la solenne celebrazione religiosa è stata scoperta la targa ricordo collocata sul Monumento ai Minatori.

Da questo primo contatto con le realtà minerarie di Sardegna si è costruito il rapporto fra Angelo Iacchini e Mario Congia, che si sono incontrati, dopo 50 anni, a Pestarena. La loro storia ha fatto notizia e la RAI li ha voluti protagonisti de “La vita in diretta” condotta da Giancarlo Magalli. L’interscambio con la Sardegna ha portato al coronamento di un significativo gemellaggio fra i paesi dell’oro del Monte Rosa (Macugnaga – Ceppo Morelli – Vanzone con San Carlo – Bannio Anzino – Calasca Castiglione – Piedimulera e Pieve Vergonte) con la città di Iglesias. L’operazione si è spalmata in diversi passaggi con interscambio culturale e scolastico. I nostri ragazzi sono andati a vedere il mare e le miniere dell’Iglesiente ed i ragazzi sardi sono venuti a vedere la neve e i nostri paesi incastonati fra i monti. L’impegno dell’Associazione Figli della Miniera si è anche esteso nel campo culturale. È stato pubblicato il libro fotografico “Pestarena, luoghi, persone e ricordi”. È nato “Il Foglio d’Oro”, numero unico annuale (esce a Santa Barbara) giunto alla sua settima edizione. Sono nati un sito web ed una pagina Facebook (attualmente sono entrambi in fase di reimpostamento).

Grazie alla disponibilità di Mirko Zanola è stato girato lo splendido documentario “L’oro del Monte Rosa” dove Angelo Iacchini, ben supportato da Alessandro Zanni, ha presentato le diverse fasi della storica lavorazione artigianale dell’oro. Danilo Rolandi ha dato alle stampe il libro fotografico “Pieve Vergonte e i suoi minatori in Ossola e nel mondo”, l’intero ricavato l’ha devoluto ai “Figli della Miniera”.

Alcuni soci sono andati a raccontare ed illustrare il lavoro delle nostre miniere ai ragazzi delle Scuole Primarie e Medie della Valle Anzasca e con gli stessi siamo andati a cercare l’oro nei torrenti, a visitare la Miniera della Guja e quella di Val Toppa. Particolare attenzione è stata data anche ai disabili. Con l’Associazione Dottor Clown è stata garantita una tappa del progetto “Quintessenza”.

Grazie alla collaborazione dell’ingegnere minerario Claudia Chiappino, nell’ambito della Giornata Nazionale delle Miniere, sono stati realizzati: il Convegno “L’oro del Monte Rosa” a Macugnaga e “Miniere d’oro & Terme del Monte Rosa” a Pontegrande, in questa sala.

Agli ex lavoratori dell’AMMI, tuttora viventi, abbiamo consegnato una pergamena ricordo, piccolo omaggio molto gradito.

Abbiamo fatto realizzare un costume identificativo dell’Associazione caratterizzato, in particolar modo, dal cappello in feltro che porta la candela incorporata alla base della visiera.

Sono inoltre state realizzate una serie di magliette con caratteristico logo. Sono state curate e realizzate molte uscite, quasi tutte con lo storico mulinetto, sempre molto apprezzate. Fra queste c’è la costante presenza alla Fiera di San Bernardo di Macugnaga.

Come Associazione “Figli della Miniera” abbiamo raccolto due significativi testimoni e precisamente: dall’ASCA l’organizzazione della Giornata in ricordo dei minatori al Lavanchetto – terzo sabato di luglio. In programma, la S. Messa davanti alla “Cappelletta della memoria”, incanto delle offerte, polenta e formaggio. Per questa giornata restano basilari le preziose collaborazioni della famiglia Lana di Ceppo Morelli e della Sezione CAI Macugnaga, che ringraziamo.

Il secondo testimone l’abbiamo preso dal Comitato “S. Barbara” di Campioli per l’organizzazione della Festa di Santa Barbara al Ribasso Morghen, ogni 4 dicembre al mattino, S. Messa davanti alla cappelletta. Cerimonia al freddo e al gelo, con successiva tonica pausa calda. Per questa particolare tappa un doveroso grazie va ai fratelli Gianpiero e Marco Balmetti.

Come “Figli della Miniera” abbiamo ottenuto dal Comune di Macugnaga la possibilità di intitolare la piazza principale di Pestarena all’ingegner René Bruck e la strada che porta al Pozzo Maggiore al dr. Alessandro Boni, dirigenti minerari.

Voglio sottolineare che “l’uomo delle miniere”, Vincenzo Nanni unitamente alla “donna delle miniere”, Claudia Chiappino, hanno fatto restaurare il quadro di Santa Barbara che troneggiava nel Pozzo Maggiore e ora è nell’oratorio di Pestarena, restituito alla devozione popolare.

Dove non arriviamo noi sono gli altri che ci vengono a trovare. Molti i ritorni di figli, nipoti e pronipoti che tornano per vedere i luoghi dove i loro genitori/nonni/bisnonni hanno lavorato. Molti sono quelli che ci hanno contattato qui ne ricordiamo brevemente alcuni: dall’Australia John e William Suardi, figli di Alfredo Suardi e Maria Leidi di Macugnaga. John è sceso nelle viscere della terra dove suo padre ha lavorato e suo nonno è tragicamente perito. Dall’Inghilterra Paolo Carzana, tornato a Pestarena per cercare i suoi avi e portare la testimonianza della storia di suo nonno Casimiro là emigrato assieme ai minatori, ma lui lassù è stato pasticciere.  Dal Veneto è tornato, Giovanni Lunardon che ha vissuto a Campioli, frequentato le elementari a Ceppo Morelli e d’estate era al Lavanchetto dove lavorava suo papà Guido. Ricordo che Guido Lunardon, Sante Scaranto e Vittorino Fantonetti sono stati gli ultimi tre lavoratori a lasciare il Lavanchetto. Dalla Sardegna torna volentieri Ivana Boi che ha abitato sia a Campioli sia a Pestarena. Sempre dalla Sardegna è tornata Isabella Chenet, figlia di Lelio, perito minerario a Pestarena. Dalla bergamasca è arrivata Rita Bigi che ricorda: “Sono stata battezzata a Pestarena e in chiesa c’è ancora il quadro di S. Rita, dono della mia madrina, Teresa Manfredi”.

Uno speciale rapporto di amicizia è nato con l’Associazione “Prendas de Iglesias”, guidata da Raimondo Congia (scuole a Pestarena) e con l’Associazione “I figli dei minatori” di Montecchio di Negrar (Verona), guidata da Antonietta Mainenti (scuole a Ceppo Morelli).

Con la maestria manuale di Gianluca Leidi, unita ai consigli tecnici di Angelo Iacchini e al lavoro di una squadra di volontari, a Pestarena è stata costruita la “Pesta”, riproduzione fedele di quella che c’era un tempo. Il mulino a pestelli era uno dei più antichi mezzi meccanici utilizzati per la frantumazione del minerale. La “Pesta” è stata ammirata anche da Sergio Chiamparino, Presidente della Regione Piemonte accompagnato dal suo vice, Aldo Reschigna, e dal sindaco di Macugnaga, Stefano Corsi.

Chiudo con due recenti ricordi.

La scorsa estate siamo stati invitati a Nenthead nella contea di Cumbria in Inghilterra, dove abbiamo partecipato alle celebrazioni della società mineraria Vieille Montagne che ha festeggiato i suoi 120 anni dall’arrivo in quel paese. La società belga Vieille Montagne aveva miniere, di varie tipologie, sparse nel mondo. In Italia era presente dal 1865 in Sardegna e dal 1890 in provincia di Bergamo. Nella storia della società si legge che hanno assunto molta manodopera nelle miniere aurifere di Macugnaga.

L’invito ci era arrivato da Armando Angelucci, già console italiano in Inghilterra. Grazie a lui si è potuto riscrivere uno spaccato di storia mineraria dei lavoratori di Macugnaga, Ceppo Morelli e Vanzone emigrati nelle miniere inglesi. Ma una dettagliata relazione di questo spaccato della nostra storia e della presenza delle società inglesi nelle miniere della Valle Anzasca sarà presentata dall’amico Riccardo Cerri, ricercatore storico e autore del prezioso testo “L’oro del Monte Rosa” in una serata che sarà organizzata la prossima estate. Chiediamo cortesemente a coloro che avessero materiale (foto o documenti) di parenti andati a lavorare nelle miniere inglesi o per società inglesi e li volesse mettere a disposizione dell’Associazione per ampliare la conoscenza storica di quel particolare periodo, di mettersi in contatto diretto con noi. Tutto il materiale resterà di vostra esclusiva proprietà.
Lo scorso mese di maggio l’Associazione “Figli della Miniera” ha partecipato a Pettinengo (Biella) all’inaugurazione del “Museo delle Migrazioni, Cammini e Storie di Popoli” realizzato dal Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe” di Biella. La nostra presenza, con lo storico mulinetto aurifero, ha voluto essere di ringraziamento alla loro presenza a Pestarena con il Coro de Tzaramonte.

L’oro del Monte Rosa e quello della Sardegna si sono incontrati anche sulla collina biellese.

La storia dei “Figli della Miniera” è costellata da centinaia di volti che hanno preso vita raccontando uno spaccato d’esistenza della Valle Anzasca. Ma certamente resta una storia lunga ancora tutta da vivere, scrivere, raccontare e tramandare.

Ricordo che oggi sarà rinnovato il Consiglio Direttivo dell’Associazione è nostra intenzione allargare la partecipazione a tutti coloro che desiderano collaborare portando idee innovative e forze nuove, pertanto se qualcuno vuole dare la propria disponibilità è ancora in tempo e soprattutto è molto gradito. Vorremmo riuscire ad estendere ed espandere la visione unitaria sull’intera Valle Anzasca che resta la Valle dell’oro.

Ringraziandovi dell’attenzione lascio la parola all’ideatore dell’Associazione “Figli della Miniera”, Vincenzo Nanni, l’uomo delle miniere, componente della “Compagnia delle Miniere”.

Colui che va a toccare con mano la nostra realtà mineraria odierna.

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