L’oro del Monte Rosa in Mostra a Negrar di Valpolicella

La vigilia di Pasqua a Negrar di Valpolicella (VR), è stata inaugurata la mostra “Negrar: come eravamo…prosegue” con una sezione interamente dedicata ai minatori che dal paese veronese erano venuti a lavorare nelle miniere d’oro di Pestarena “cercando un po’ di riparo, l’unico a disposizione in quel momento, dalla povertà e dalla guerra”.
Alla giornata inaugurale ha preso parte anche una rappresentanza dell’Associazione “Figli della Miniera” di Pestarena con il presidente Vincenzo Nanni che ha contribuito con vario materiale storico e testimonianze dirette.
La mostra, curata dagli Assessorati al Territorio e alla Cultura in collaborazione con l’Università del Tempo Libero di Negrar ha presentato il lavoro di raccolta, custodia, catalogazione dei ricordi raccolti dai “Figli dei minatori” di Negrar sotto la sapiente guida di Antonietta Mainenti, nata a Ceppo Morelli quando suo padre Decimo era minatore a Campioli.
Il Presidente dell’Università del Tempo Libero, Massimo Latalardo rimarca: «Non conoscevo l’esistenza di miniere nel nostro territorio comunale se non “la busa del fer” ma quando mi hanno raccontato di questi cinquanta paesani che erano emigrati ai piedi del Monte Rosa sono rimasto colpito e affascinato. Antonietta Mainenti e i suoi collaboratori mi hanno fatto toccare con mano un passato di gente operosa e silenziosa che si è spostata dal Veneto in Piemonte per dare pane alle proprie famiglie, che ha sofferto in attesa di ricongiungimenti futuri, che ha vissuto i pericoli di una guerra ed è morta colpita da una delle più brutte malattie “striscianti”: la silicosi».
Gli fa eco Camilla Coeli, Assessore alla Cultura: “Grazie a questa mostra veniamo conoscere una realtà del paese sconosciuta ai più. Queste immagini e questi documenti ci insegnano cosa vuol dire emigrare, lavorare, soffrire, morire. Ma ci insegna anche la politica dell’accoglienza e della condivisione che ha permesso ai nostri concittadini di creare un profondo rapporto con quelli di Pestarena e di festeggiare e condividere alcune ricorrenze, fra queste la Festa di Santa Barbara, protettrice dei minatori”.
Dal canto suo Vincenzo Nanni, presidente dei “Figli della Miniera” ha ringraziato per l’invito e, rivolto in particolare modo a Antonietta Mainenti ha detto: “È ammirabile la dedizione con cui, tu e gli altri soci dei “Figli dei minatori”, continuate a tenere vivo il ricordo di chi è venuto a lavorare nelle nostre miniere aurifere. È anche grazie a voi se riusciamo a ricostruire uno spaccato di vita che, pur nella fatica e nel sacrificio, ha saputo unire genti provenienti da ogni parte d’Italia”.

 

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