Gruppo Amici Minatori di Montecchio
Di seguito pubblichiamo un articolo inviatoci diverso tempo fa da un gruppo che sostiene come noi i minatori di Pestarena. Il gruppo si chiama Gruppo Amici Minatori di Montecchio di Negrar (Valpolicella) Verona. Di seguito una bella descrizione di quello che hanno fatto e stanno facendo tutt’ora. Al”interno dell’articolo ci saranno dello foto di alcuni momenti delle manifestazioni da loro realizzate.
Gruppo Amici Minatori di Montecchio di Negrar (Valpolicella) Verona
La festa in onore di Santa Barbara è nata a Montecchio dopo che i minatori sono ritornati al paese. Nel 1970 per mantenere vivo il ricordo della miniera, gli ex minatori (per volere unanime) decisero di costruire una nicchia (adiacente alla chiesa parrocchiale) con la statua di Santa Barbara usando anche alcuni piccoli sassi provenienti dalla miniera di Pestarena. In seguito fu ampliata.
Silvio RIGHETTI, ex minatore, aveva contattato numerosi ex minatori, anche dai paesi circonvicini che avevano lavorato nelle miniere di Pestarena, Lavanchetto e Ribasso Morghen, per portare avanti questa testimonianza.
Con il passare degli anni, le forze vengono meno, pur mantenendo tenacia e dedizione Silvio RIGHETTI cercò tra i suoi compaesani qualcuno che potesse continuare questa tradizione, scelse la disponibilità del Sig. Gianfranco LONGO che con dinamicità ed entusiasmo accettò l’incarico riuscendo a coinvolgere ex minatori viventi e i figli degli scomparsi.
Di anno in anno, la manifestazione, sempre più partecipata, richiedeva un’organizzazione non indifferente; fu così che il Sig. LONGO contattò l’A.N.M.I.L. (Associazione Nazionale Mutilati Invalidi del Lavoro) per avere un valido supporto. L’attuale Presidente Regionale dell’A.N.M.I.L. Sig. Giuseppe ADAMI (nel 2007 Presidente Provinciale) è sempre presente alla festa di S. Barbara e partecipa attivamente in ogni occasione.
Per mantenere viva la memoria i Sigg. Giuseppe ADAMI, Gianfranco LONGO, Antonietta MAINENTI insieme ai parenti dei minatori decisero di organizzare una mostra fotografica e di darsi un nome: “GRUPPO AMICI MINATORI DI MONTECCHIO DI NEGRAR”. Si diede inizio alla raccolta di testimonianze, fotografie e documenti riguardanti la vita in miniera. I figli dei minatori e i parenti, hanno risposto prontamente e con entusiasmo fornendo documenti, scritti, foto, libretti di lavoro e di altro materiale.
Con affetto ed entusiasmo la Sig.ra Antonietta MAINENTI, figlia dell’ex minatore Decimo, nata a Ceppo Morelli nella casa dei Sigg. Giancarlo e Sergio Tabachi collabora, mantenendo un filo diretto, con gli amici della Valle Anzasca.
Il Poeta della Valpantena Sig. Luigi EDERLE scrisse una poesia riguardante i Minatori e aiutò gli organizzatori a meglio illustrare con didascalie opportune i pannelli della mostra che si stava realizzando. Mario LANA e famiglia fornirono ulteriori foto e dettagli riguardanti la miniera di Lavanchetto con varie spiegazioni. I fratelli Giancarlo e Sergio TABACHI hanno fornito foto e accompagnato più volte “sul posto” le varie delegazioni degli amici di Verona. Alessandro ZANNI ha collaborato alla lodevole iniziativa con libri, foto e commenti.
Grazie anche al supporto economico di A.N.M.I.L., Comune di Negrar e di S. Anna d’Alfaedo, Banca Valpolicella e altri, il 2 dicembre 2007 la mostra fotografico-documentaria era pronta e si poteva festeggiare con grande dignità, solennità e partecipazione la festa di S. Barbara: i partecipanti sono stati accolti dalla Banda Musicale di Negrar che ha allietato in vari momenti la cerimonia; Messa solenne celebrata da Don Marino PIGOZZI (ex parroco da sempre sostenitore del gruppo), animata dalla Corale di Montecchio.
La cerimonia è proseguita davanti alla nicchia di S. Barbara con la deposizione di una corona di alloro davanti al Monumento dei Caduti sul Lavoro, con discorsi delle varie autorità edel “GRUPPO” con la presenza di gagliardetti e vessilli dei vari Comuni limitrofi e Associazioni, lettura dei messaggi pervenuti dai Comuni di Ceppo Morelli, Macugnaga e Comunità Montana della Valle Anzasca. Era presente anche una delegazione di familiari per ricordare i minatori che hanno lavorato a MARCINELLE (Belgio).
Concluse la memorabile giornata un allegro pranzo al ristorante “LA COLA” gremito all’inverosimile dove si sono potuti scambiare saluti, ricordi e nuove idee tra i presenti “figli della miniera”.
L’anno successivo il Sig. Gianfranco LONGO, Antonietta MAINENTI e il “GRUPPO”, in occasione della XXII Edizione Fiera di “San Bernardo” a Macugnaga organizzarono una gita in Valle Anzasca per visitare i luoghi dove hanno lavorato i loro padri o parenti.
Il geometra Riccardo BOSSONE della Miniera-Museo della Guia a Borca offrì una visita all’interno con esaurienti spiegazioni su questo mondo semisconosciuto.
Angelo IACCHINI, vera enciclopedia mineraria, diede una dimostrazione pratica sull’estrazione dell’oro con attrezzi d’epoca e mulinetto d’amalgamazione originale.
Alla fine della gita, il poeta Luigi EDERLE afferma che questo lavoro fatto, con mistico amore, rimanere vivo e sostenuto, deve essere, dai nostri più profondi sentimenti.
A Montecchio di Negrar la nicchia con S. Barbara era, è e resterà motivo di ricordo, riflessione e preghiera sia per i parenti dei minatori che per il viandante che passa.
Il testo è stato scritto in collaborazione da:
- Gianfranco LONGO
- Antonietta MAINENTI
- Luciana MARTINI
- Luigi RIGHETTI
- Alessandro ZANNI
Questa è la poesia scritta da Luigi EDERLE riguardante i Minatori dal titolo “Al Minatore del Monte Rosa”
Al Minatore del Monte Rosa
Il cuore ed il sorriso del Monte Rosa
chiamarono uomini per il metallo oro,
era da estrarre dalle viscere della terra,
quella terra, diventata madre dolce e dura.
Arrivarono minatori: dell’Italia forti figli,
di paura privi e grondi d’amore di famiglia,
per le loro famiglie lasciarono il paesello
e salivano e scendevano guardati dal cielo.
Madri e spose lontane, i figli nel cuore,
le mani dure e occhi attenti a vincere la sfida,
poveri di lunga vita, ricchi di viva speranza,
tutto per loro era domare quella montagna
ricca di doni per un visibile oggi da sperare
e per un domani lungo e stabile da regalare.
La storia li ha fatti degni di vivere nella memoria
di quanti ora pellegrinano con occhi di luce,
mani tenere e cuore sempre aperto al grazie.
Grazie, perchè hanno in noi impresso a sigillo
quel vivere e gustare la grandezza dell’uomo,
partendo sempre dal ventre duro e amato
della nostra Madre terra, Madre, di ogni vita.
Grazie, a chi a casa nella lontananza del tempo
si sono stretti nell’anima in un dolore eroico,
in una solitudine confidata a quello Spirito
che teneva sempre viva ogni ardita speranza.
Grazie o Minatore, figlio di quel tempo, che
nella mano della storia ti sei fatto nostro Eroe.
Luigi Ederle 02 dicembre 2007