Figli della Miniera all’Inaugurazione del Museo dell’Illuminazione Mineraria
Una delegazione dell’associazione Figli della Miniera, composta dai fratelli Guglielmo e Vincenzo Nanni e Giuseppe Fiora, ha partecipato all’inaugurazione del Museo dell’Illuminazione Mineraria a Schilpario (Bg).
Si tratta del primo museo dell’illuminazione mineraria d’Europa.
Allestito in uno spazio di oltre 250 metri quadri, presenta una collezione composta da oltre duemila lampade da miniera. Sono inoltre esposti lumini a olio, carrelli d’epoca, caschetti, telefoni e altri utensili minerari.
Un tempo, l’illuminazione avveniva per mezzo di torce fatte con legni resinosi che non duravano molto e rendevano irrespirabile l’aria all’interno delle gallerie.
Poi i minatori sono passati all’utilizzo dei lumi ad olio o a grasso animale ma questi lumi risultavano essere troppo piccoli e quindi non riuscivano a dare abbastanza luce.
La ‘modernizzazione’ ha poi portato le lampade a carburo o acetilene; esse erano composte da due serbatoi: in quello inferiore veniva messo il carburo, nell’altro veniva messa l’acqua; per mezzo di un rubinetto regolatore l’acqua cadeva a gocce sul carburo formando, per reazione chimica, l’acetilene; questi, per mezzo di un tubicino, veniva incanalato fino a raggiungere un ugello che ne regolava l’uscita. Questa lampada garantiva una fiamma bianca molto intensa che permetteva di aumentare la visione all’interno delle oscure gallerie.
Poi l’evoluzione è proseguita fino all’avvento delle moderne luci led.
Vincenzo Nanni, presidente dei Figli della Miniera, racconta: “Abbiamo potuto ammirare il grande lavoro di ricerca, sistemazione e catalogazione compiuto da Anselmo Agoni, gestore del parco minerario di Schilpario”. Rammentiamo che nelle miniere d’oro di Macugnaga, hanno lavorato molti degli abitanti della Val di Scalve e del circondario bergamasco e bresciano.
Nel contesto della manifestazione, Vincenzo Nanni ha incontrato Giuseppe Croce, perito minerario che, a fine anni ‘50, ha lavorato nelle miniere di Pestarena collaborando con il collega e responsabile minerario Lelio Chenet, entrambi originari di Agordo.
Nel Museo è stata allestita anche un’area dedicata ai laboratori didattici, in cui bambini e ragazzi potranno sperimentare con mano la lavorazione del minerale ed approfondire la geologia locale.